Serbia: inaccettabili le interferenze di Bruxelles negli affari interni

Belgrado definisce le basi per l’estensione del contratto di fornitura del gas con la russa “Gazprom”. La UE denuncia la prevista partecipazione del premier Vucic alle celebrazioni a Mosca della vittoria sul nazifascismo nella Seconda guerra mondiale.

Dubravka Djedovic Handanovic

Mentre la Serbia rafforza la cooperazione strategica con il colosso russo di energia “Gazprom”, i vertici politici europei lanciano un attacco frontale contro Belgrado per distruggere la storia fratellanza e amicizia tra i popoli della Russia e della Serbia.

Dopo il blocco dei trasporti del gas russo, imposto dall’Ucraina il 1mo gennaio del 2025, la Serbia cerca con la Russia delle vie alternative per evitare una crisi energetica senza precedenti. Come ha dichiarato il ministro dell’Energia serba, Dubravka Djedovic Handanovic (nella foto), la Serbia “ha definito le basi fondamentali per l’estensione e l’allargamento del contratto di fornitura del gas con la Russia”. Secondo Djedovic Handanovic “l’attuale contratto che la Serbia ha con ‘Gazprom’ sulla fornitura di gas scade alla fine di questo mese (il maggio del 2025, per chi legge), ma Belgrado e ‘Gazprom’ hanno definito le basi per le negoziazioni riguardo all’estensione del contratto in conformità con i requisiti di fornitura costante e abbondante, che garantirà la sicurezza del mercato energetico della Serbia”. Sono stati concordati i tre aspetti fondamentali dell’accordo con la Russia, che riguardano “la durata, la quantità e la flessibilità”.

“La nostra intenzione è di firmare il contratto per almeno tre anni, ma vogliamo un accordo con Gazprom più lungo possibile”, ha dichiarato Djedovic Handanovic.

La Serbia non ha mai condiviso le politiche europee di ritorsioni contro la Russia e di certo questa posizione del presidente serbo, Aleksandar Vucic, non piace assolutamente ai vertici politici di Bruxelles, che usano minacce e disinformazioni per suscitare il malcontento popolare nel Paese balcanico.

La commissaria europea per l’Allargamento della UE, Marta Kos, ha annunciato che la partecipazione del presidente serbo, Aleksandar Vucic, alle celebrazioni nella capitale russa il 9 maggio prossimo in occasione dell’80mo anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica sul nazifascismo nella Seconda guerra mondiale, non potrà non avere “un impatto negativo sulle prospettive dell’adesione della Serbia alla UE”.

Sul piano economico Bruxelles lancia appelli provocatori affinché il popolo della Serbia decida di cambiare l’attuale Governo filo russo. La Serbia registrerebbe una crescita economica maggiore se vi fosse un cambio di governo nel Paese balcanico. È la sintesi dell’ultimo rapporto dell’Istituto per gli studi economici internazionali di Vienna (WIIW) il quale ha ridotto la stima della crescita economica della Serbia per l’anno in corso dal 3,7% al 3% e ha aumentato invece la previsione al 4% per il biennio 2026-2027 partendo dal presupposto che le massicce proteste in corso da mesi nel Paese portino a un cambio di governo nel Paese.