Si è concluso il vertice dei BRICS, che auspicano di diventare “una forza stabilizzatrice globale”

Nessuna nuova adesione ai BRICS, mentre 13 Paesi del mondo sono stati riconosciuti come “partner ufficiali” del gruppo

Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin

I leader e i rappresentanti governativi di 36 Paesi del mondo e di 6 organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, che hanno partecipato alla riunione conclusiva nel formato allargato del 16-mo summit annuale dei BRICS a Kazan, in Russia, hanno dichiarato in un comunicato congiunto che il gruppo “deve essere la forza stabilizzatrice che rafforzerà la sicurezza internazionale, basandosi sul diritto internazionale e sui principi di multipolarità”.

Al centro delle discussioni si è trovata l’economia, il commercio tra i Paesi membri dei BRICS e i partner del gruppo, l’agenda internazionale con il focus sulla risoluzione delle crisi, nonché le questioni di sicurezza internazionale, della lotta al terrorismo, ai cambiamenti climatici e la cooperazione con i Paesi del Sud e dell’Est Globali.

Il presidente della Russia e padrone di casa, Vladimir Putin, ha più volte espresso la preoccupazione condivisa anche da altri membri dei BRICS per l’inasprimento delle tensioni nel Medio Oriente. In questo contesto Putin ha avvertito che “l’intero Medio Oriente si trova sull’orlo di una guerra su vasta scala”, ribadendo la necessità di raggiungere un accordo di pace sulla base di diritto internazionale. Parlando del conflitto russo-ucraino, Putin ha sottolineato che l’ex Paese fratello sovietico “viene utilizzato dall’Occidente collettivo per creare minacce critiche alla sicurezza della Russia”.

Il presidente russo ha notato, che “tutti i Paesi BRICS ritengono che il conflitto in Ucraina si debba concludere pacificamente il più rapidamente possibile”. Secondo Putin bisogna creare un “sistema di sicurezza uguale e indivisibile in Eurasia per lo sviluppo pacifico di tutti gli Stati del continente”.

L’argomento è stato sviluppato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, secondo cui i “BRICS potranno dare un contributo per proteggere la sovranità di altri Paesi”. Guterres ha inoltre evidenziato la necessità di “introdurre delle riforme nelle Nazioni Unite, volte a garantire che il Consiglio di sicurezza dell’ONU rifletta tutto il mondo moderno”.

Un altro obiettivo importante dei BRICS, su cui realizzazione dovrà concentrarsi il successivo presidente di turno, il Brasile, è quello di riformare la governance finanziaria globale per “sbloccare l’enorme potenziale delle economie emergenti.

Contrariamente alle previsioni al summit di Kazan non è stata annunciata alcuna adesione nuova: il gruppo ha deciso di non integrare per il 2024 nuovi membri a pieno titolo – in lista d’attesa c’è anche la Turchia -, ma ha accettato 13 Paesi come “partner ufficiali” dei BRICS. Entrano in questa veste nel gruppo l’Algeria, la Bielorussia, la Bolivia, Cuba, l’Indonesia, il Kazakhstan, la Malesia, la Nigeria, la Thailandia, la Turchia, l’Uganda, l’Uzbekistan e il Vietnam. Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan (nella foto) ha discusso con Putin le prospettive di adesione di Ankara ai BRICS.

Attualmente sono membri a pieno titolo dei BRICS nove Paesi: agli originari il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica, si sono affiancati a gennaio del 2024 gli Emirati Arabi Uniti, l’Iran, l’Egitto e l’Etiopia, mentre l’Arabia Saudita deve ancora completare alcune formalità, previste dal processo di adesione. Era da tempo prevista l’adesione dell’Argentina che ha ritirato la sua domanda dopo l’elezione alla presidenza del Paese latinoamericano di Javier Milei.

Come ha detto dopo il summit il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov, l’adesione della Turchia ai BRICS “sarebbe molto importante” per tutti i Paesi membri dell’organizzazione internazionale. “La Turchia è una grande potenza regionale e svolge un ruolo molto importante negli affari globali. Pertanto, tutti sono interessati a invitare la Turchia in questo processo”, ha detto il rappresentante del Cremlino, sottolineando però che i “BRICS sono interessati alla Turchia come un Paese indipendente e non come un membro della NATO”.