Spagna, negata l’amnistia a Puidgemont

Su un accordo per cancellare i reati dei separatisti si basa l'accordo che sostiene il governo Sanchez

Niente amnistia per Carles Puigdemont, il leader del partito Junts por Catalunya che ha permesso la formazione del governo spagnolo, guidato al socialista Pedro Sanchez il cui partito era arrivato secondo alle ultime elezioni dopo il Partito popolare che non era però riuscito a trovare un maggioranza. Maggioranza che era invece stata garantita al governo di sinistra da vari partiti indipendentisiti, a patto che venissero amnistiati i reati seguiti alla dichiarazione di indipendenza della Catalonia, avvanuta dopo il referendum del 2017 non riconosciuto da Madrid. L’ex governatore della Catalonia, Puidgemont, vive da allora fuori dalla Spagna visto il mandato di arresto nei suoi confronti.

Così a maggio 2024 era stata approvata una legge che avrebbe concesso l’amnistia ai leader indipendentisti ma la Corte Suprema, il più alto organo giudiziario della Spagna, ha stabilito che questa non è applicabile per tutti i reati contestati a  Puigdemont.

Il Tribnale ha infatti rifiutato di concedere l’amnistia spiegando che “Il giudice della Corte Suprema ha emesso oggi un’ordinanza in cui dichiara inapplicabile l’amnistia al reato di appropriazione indebita nel processo contro l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont”, quindi il mandato d’arresto è ancora in vigore. Validi, spiega il Tribunale, sono anche i mandati contro Toni Comín e Lluís Puig, due collaboratori politici del leader catalano.