Vladimir Putin: “I Paesi BRICS devono elaborare una propria strategia di transizione energetica diversa dalla ‘narrazione’ occidentale”.
Martedì, 22 ottobre, sono iniziati i lavori del 16-mo summit annuale dei BRICS, l’organizzazione economica, finanziaria e commerciale internazionale, composta del Brasile, della Russia (presidente di turno), dell’India, della Cina, del Sud Africa, e degli Stati entrati a far parte nel 2024: l’Egitto, l’Etiopia, l’Iran, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita (status effettivo in via di definizione).
I lavori del vertice dei BRICS, che quest’anno ha come tema “il rafforzamento del multilateralismo per lo sviluppo globale giusto e la sicurezza” dureranno per tre giorni (22-24 ottobre) e saranno divisi in due parti principali. Il primo giorno è prevista una riunione dei Paesi membri dell’organizzazione, i cui leader si concentreranno su tutta una seria di argomenti, essenziali per lo sviluppo del gruppo e che vanno dalla cooperazione economica, alla creazione di una sistema finanziario ad hoc per i pagamenti reciproci in valute nazionali.
La seconda parte dell’evento, programmata per il 23 e il 24 ottobre, che si svolgerà nel cosiddetto “formato esteso”, sarà dedicata alla cooperazione dell’organizzazione con il Sud del mondo, noto anche come Sud Globale. Tra gli argomenti che durante i preparativi al summit hanno suscitato molte polemiche tra i Paesi-membri ci sarà la possibile espansione dell’organizzazione sia ai nuovi Stati, tra cui la Turchia, ma anche attraverso l’istituzione di una nuova categoria di “Stati partner”. Negli ultimi tempi 34 Stati del mondo hanno espresso interesse nella cooperazione con i BRICS, inclusa l’adesione all’organizzazione come membro a pieno titolo. Come ha dichiarato il padrone di casa, Vladimir Putin, “a Kazan si prevede di discutere anche in modo sostanziale delle prospettive di un ulteriore rafforzamento del partenariato globale dei Paesi partecipanti ai BRICS, nonché di approvare un pacchetto di accordi sulla cooperazione in vari settori”.
Al summit dei BRICS partecipano le delegazioni di 32 Paesi dell’Asia, dell’Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina
Oltre alla riunione “generale”, martedì, 22 ottobre, si terrà una riunione in una composizione “ristretta” che sarà dedicata alle crisi internazionali in corso. Si terrà una discussione sui conflitti mondiali principali, inclusi quelli nel Medio Oriente e in Ucraina. In questo contesto i rappresentanti del Brasile e della Cina, Paesi-autori di un piano di pace per l’Ucraina, interverranno per esprimere la loro posizione congiunta.
Per quanto riguarda l’assunzione dei nuovi Paesi-membri le polemiche di certo non mancano. Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, che a causa di un “incidente domestico” partecipa al summit in videoconferenza, avrebbe informato i suoi interlocutori internazionali che il Paese si opporrà all’ingresso del Venezuela nei BRICS. Secondo i media del Brasile questo “possibile veto rappresenterebbe un ulteriore segnale di distanziamento tra Lula e il presidente venezuelano. Nicolás Maduro, un rapporto che è ormai congelato da tempo”.
Durante la presentazione ai giornalisti dei “dati” del vertice, il consigliere presidenziale russo, Jurij Ushakov, ha dichiarato che “a partecipare all’evento saranno le delegazioni di 32 Paesi dell’Asia, dell’Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina”, così come i vertici di alcune organizzazioni internazionali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Gli Stati-membri dei BRICS occupano oltre il 30% del territorio mondiale e rappresentano il 45% della popolazione della Terra. I Paesi dei BRICS producono più del 32% del PIL globale e forniscono oltre il 40% del petrolio prodotto nel mondo. Secondo Ushakov entro il 2028 il PIL dei Paesi BRICS dovrebbe rappresentare il 38% del prodotto interno lordo globale.
Fra i leader dei 32 Paesi che sono presenti a Kazan ci sono il presidente della Cina, Xi Jinping, il primo ministro dell’India, Narendra Modi, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, il presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian, quello del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, i presidenti dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi, del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev e della Repubblica Srpska, Milorad Dodik. Ci sono anche il segretario generale della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), Zhang Ming, e Dilma Rousseff, governatore della Nuova Banca di sviluppo (New Development Bank, NDB) l’istituto di credito dei BRICS.
Vladimir Putin: “Per il momento è stata accantonata l’idea di creare una moneta unica del gruppo”.
Una altro tema centrale del vertice sarà la cooperazione economica, finanziaria e commerciale tra i Paesi-membri dei BRICS, ma anche tra i BRICS e i numerosi partner, soprattutto del Sud Globale. Come ha dichiarato il presidente Putin, una delle iniziative fondamentali “sarà la creazione di un sistema finanziario alternativo allo Swift”. Il presidente russo ha sottolineato che “si valuteranno anche le possibilità di aumentare l’uso delle valute nazionali e di creare strumenti per rendere i pagamenti internazionali più sicuri e veloci”. Secondo Putin bisogna assolutamente “garantire uno scambio affidabile di informazioni finanziarie che sarebbe indipendente da strumenti occidentali e internazionali, che impongono restrizioni per motivi politici e violano i principi di libero scambio e in generale dell’economia mondiale”. Ciononostante, secondo il capo dello Stato russo, “i Paesi membri dei BRICS non intendono valutare, per il momento, l’idea di creare una moneta unica del gruppo”. In questo contesto la Russia offrirà ai suoi partner di firmare un memorandum sulla cooperazione nel settore della sicurezza delle informazioni oltre a un “Codice etico nel campo dell’intelligenza artificiale”. Infine sarà approvato un documento programmatico riguardo al rafforzamento della cooperazione nel settore della lotta contro la corruzione. Saranno siglati diversi memorandum in materia di medicina, nell’ambito doganale e dell’antitrust, nonché nel campo ambientale ed energetico. E come ha notato infine Putin “i Paesi BRICS dovranno elaborare una propria strategia di transizione energetica che sia diversa dalla ‘narrazione’ occidentale”.
Parallelamente alle riunioni generali e alla sessione plenaria a margine del vertice BRICS a Kazan sono previsti numerosi incontri bilaterali. Martedì, 22 ottobre, Putin terrà colloqui con il presidente cinese, Xi Jinping, dopodiché riceverà il primo ministro indiano, Narendra Modi, Dopo l’arrivo a Kazan, Modi ha dichiarato che “l’India apprezza la stretta cooperazione all’interno dei Brics, che è emersa come un’importante piattaforma per il dialogo e la discussione su questioni riguardanti l’agenda di sviluppo globale, il multilateralismo riformato, il cambiamento climatico, la cooperazione economica, la creazione di catene di fornitura resilienti, la promozione della cultura e delle relazioni tra le persone”. Seguiranno i colloqui tra Putin e il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi, e il governatore della nuova Banca per lo sviluppo, Dilma Rousseff. Per mercoledì, 23 ottobre, sono previsti i colloqui tra Putin e il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Seguiranno gli incontri con il presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian, e il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed Ali. Nella giornata finale del vertice BRICS (giovedì, 24 ottobre, per chi legge), il presidente russo terrà un totale di sette incontri bilaterali, inclusi i colloqui con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (ANP), Mahmoud Abbas e il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Prima del vertice Putin ha avuto due round di colloqui, uno informale nella sua residenza di Novo Ogariovo, e una ufficiale al Cremlino, con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. I due leader hanno discusso i modi per “rafforzare il partenariato strategico bilaterale” e per “promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Come ha detto dopo i colloqui con Putin il presidente emiratino “gli Emirati Arabi Uniti sono impegnati ad approfondire la cooperazione con i partner internazionali per investire in opportunità che garantiscano progresso, prosperità e crescita duraturi”.