Si tratta di immagazzinare l’idrogeno come un disco solido, un metodo che lo renderebbe più sicuro ma anche più facile da immagazzinare e trasportare
Uno dei, tanti, problemi legati all’affermazione dell’idrogeno come energia pulita è il problema dello stoccaggio. Uno dei metodi allo studio è quello di sfruttare depositi geologici ma da un team di ricerca francese è stato lanciato un nuovo metodo che sembra estremamente promettente.
Si tratta di immagazzinare l’idrogeno come un disco solido, un metodo che lo renderebbe più sicuro ma anche più facile da immagazzinare e trasportare.
L’idrogeno è un gas e come tale occupa più spazio dei combustibili fossili; oltre a questo richiede grandi quantità di energia non solo per essere prodotto (è tra l’altro definibile idrogeno verde solo quello prodotto a partire da fondi rinnovabili) ma anche per essere compresso, immagazzinato e poi rilasciato alla giusta pressione.
Il metodo rivoluzionario ideato dal team interdisciplinare composto da Patricia de Rango, Daniel Fruchart, Albin Chaise, Michel Jehan, Nataliya Skryabina utilizza l’idruro di magnesio mescolato con additivi metallici e grafite per comprimere l’idrogeno in dischi solidi che possono poi essere facilmente conservati in serbatoi progettati ad hoc. Chiaramente il metodo è funzionale perché impiega meno energia per i vari passaggi di stato. Inoltre i dischi sono stabili e sicuri anche se esposti al fuoco.
Le ricerche sono state condotti presso il Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e il team ha vinto per questo studio l’European Inventor Award 2023 per la ricerca.