Gli agricoltori protestano contro la Politica agricola comune e il Green Deal
Giovedì 1° febbraio Bruxelles, capitale belga e sede delle autorità dell’Unione europea, si è svegliata nel pieno caos. Nella notte un migliaio di trattori è entrato nella città per denunciare “l’incoerenza delle politiche europee” in materia di agricoltura.
La collera degli agricoltori si è dunque spostata dalla Francia, dall’Italia e dalla Germania al centro del potere comunitario: le vie in prossimità del quartiere europeo, dove oggi sono attesi i leader della UE per una riunione straordinaria del Consiglio europeo, sono state bloccate dalla polizia e dai manifestanti.
Gli agricoltori, arrivati da tutta l’Europa protestano contro la Politica agricola comune (PAC) e il Green Deal, che “mettono il settore agricolo della UE in una posizione di svantaggio rispetto alla concorrenza globale”. Mercoledì, alla vigilia del vertice europeo, i contadini francesi e belgi avevano bloccato “congiuntamente” un valico di frontiera tra i due Paesi, denunciando la “distorsione della concorrenza” contenuta negli accordi di libero scambio e richiedendo “decisioni molto forti” subito.
Sin dalle prime ore della mattina i manifestanti senza trattori hanno bloccato Place de Luxembourg, proprio davanti alla sede del Parlamento europeo, e hanno appiccato alcuni roghi con legna e pneumatici, mentre un minuto sì un altro non si sentono forti boati di petardi. Il premier belga, Alexander De Croo, ha cercato di calmare le passioni, ma senza molto successo: “Dobbiamo poter discutere al Consiglio di questo tema perché le preoccupazioni che hanno gli agricoltori, sono in parte legittime: la transizione climatica è una priorità chiave per le nostre società e dobbiamo fare in modo che i nostri agricoltori siano dei partner in questo percorso”, ha detto De Croo.
Sebbene la rabbia della comunità agricola europea non sia all’ordine del giorno ufficiale del vertice comunitario odierno, gli osservatori non escludono che i leader della UE potrebbero dedicare una parte del loro tempo all’analisi delle rivendicazioni – “più che legittime” dal punto di vista dell’opinione pubblica europea – degli agricoltori.
Per la prima volta l’associazione italiana degli agricoltori, la Coldiretti, ha deciso di partecipare attivamente alle proteste dei colleghi europei. Secondo la Coldiretti l’agricoltura italiana ha prodotto nel 2023 un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro, ma ora è “messa a rischio dalle politiche folli dell’Unione Europea”.
Lo spostamento del baricentro della protesta a Bruxelles non ha fermato gli agricoltori francesi, che stanno mantenendo la pressione sulle autostrade intorno a Parigi. La tensione è salita ancora di grado mercoledì sera, con i primi arresti di manifestanti che volevano bloccare il mercato di Rungis, il principale centro alimentare della regione parigina e il più grande centro logistico agroalimentare di tutta l’Europa.