Al centro dei colloqui a Parigi tra il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, e il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si sono trovati dazi ed energia. L'Ucraina è stata discussa "en passant".
Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, e il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (nella foto), si sono incontrati martedì sera a Parigi per discutere della situazione attuale e delle prospettive di sviluppo delle relazioni politiche, economiche e commerciali fra Washington e Bruxelles. Il colloquio è avvenuto a margine del vertice sull’intelligenza artificiale, organizzato dal presidente francese, Emmanuel Macron.
Dietro i toni diplomatici e i sorrisi per i fotografi, l’incontro non ha segnato novità nella questione sui dazi del 25%, imposti per decreto del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’acciaio e sull’alluminio. La Commissione europea ha espresso preoccupazione per la linea politica “divide et impera” dell’amministrazione Trump, temendo che “attraverso accordi bilaterali il presidente differenzi i suoi dazi a seconda dell’interlocutore europeo, portando divisioni fra gli Stati membri”.
Durante il dialogo, von der Leyen ha cercato di portare a galla il tema dell’Ucraina, sottolineando la volontà della UE di continuare a fornire “un sostegno incrollabile all’Ucraina”, ma l’osso duro di Vance ha espresso l’intenzione di dare priorità nei colloqui “alle aree economiche di reciproco interesse, compresa l’energia”.
Nel tentativo di scongiurare la minaccia di Trump di imporre ulteriori tariffe proibitive su autovetture, prodotti farmaceutici e chip per computer esportati dall’Europa verso gli Stati Uniti, von der Leyen – a viso pallido – ha infine auspicato l’importanza di “mantenere aperti i canali di dialogo” con Washington.