Verdi italiani al Parlamento europeo: no a deriva bellicista

Ferma contrarietà alla risoluzione sul riarmo.

La delegazione italiana dei Verdi al Parlamento europeo ha espresso “ferma contrarietà” alla risoluzione sul cosiddetto “Libro bianco sul futuro della difesa europea”. In una nota, diffusa a Strasburgo, in Francia, dove risiede l’organismo legislativo europeo, i Verdi italiani hanno condannato lo spirito e la lettera del controverso documento: “Nessuno ha parlato di negoziazioni e di diplomazia. Per noi è inconcepibile accettare una spesa così alta per una corsa al riarmo nei singoli Stati UE, senza puntare su armonizzazione ed efficientamento di spese e risorse, considerando che la spesa congiunta è già più alta di quella della Russia. E senza, inoltre, assicurarsi che i soldi dei cittadini europei vengano investiti per la transizione e le infrastrutture, che sono altrettanto importanti per la sicurezza. In più, ribadiamo che non è accettabile che la Commissione europea imponga la decisione di un pesante riarmo esautorando il Parlamento europeo eletto dai cittadini”, si legge nel documento.

Anche il giornale italiano “Il Fatto Quotidiano”, ha smentito le affermazioni del tutto infondate del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, secondo la quale la Russia “sta spendendo per la difesa più di tutta l’Europa messa insieme”.

Invece secondo un’analisi de “Il Fatto Quotidiano” a oggi l’Unione europea spende in armi il doppio della Russia e più della Cina, ma secondo Von der Leyen – sostenitrice di un mercato unico della difesa per il Vecchio Continente – è ancora troppo poco. Per questo lo scorso 4 marzo, in occasione della presentazione di “Rearm Europe“, aveva dichiarato che la spesa militare russa corrispondeva al 9% del Pil. Secondo le cifre contenute nei bilanci della Federazione Russa, il dato per il 2025 sale, ma si ferma al 6,3% del Pil. Se si aggiungono anche le spese per la “sicurezza”, si arriva all’8%. Sono i valori più alti dai tempi della Guerra Fredda, ma sono però circa un terzo al di sotto rispetto a quanto indicato dalla presidente della Commissione. Inoltre, nel 2023, la spesa russa era ancora al 4,4% del Pil.

Da ricordare inoltre che l’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica diretto da Carlo Cottarelli, presentati in un articolo de “Il Fatto Quotidiano” del titolo “Dati falsi sulla Russia per spingere l’Ue a comprare sempre più armi” ha rifatto i conti e la spesa militare europea nel 2024 risulta superiore del 58% a quella russa, nonostante Mosca sia impegnata da tre anni in una guerra che gonfia il bilancio delle sue forze armate.

“Anche il dibattito nell’ambito dell’Unione europea sulla situazione in Ucraina continua ad attestarsi sul tema delle armi, senza che ci si interroghi su come entrare nei negoziati e andare verso una pace giusta – hanno sottolineato infine i Verdi italiani -. Così non si cerca in nessun modo di trovare soluzioni di negoziazione e di risoluzione del conflitto, ma si scivola pericolosamente verso una forte escalation. Questa è un’Europa che prende una deriva bellicista con la quale si fa male alla popolazione, noi non ci stiamo”, conclude la nota.