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AVVENIRE: Dopo l’addio all’Oms, agli accordi di Parigi sul clima e all’intesa Ocse sulla minimum tax è arrivato il triplo strappo con le Nazioni Unite: Washington si tira fuori dal Consiglio Onu per i diritti umani (Unhrc) e prolunga il blocco dei finanziamenti all’agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Da «revisionare», così precisa il decreto esecutivo della Casa Bianca, è anche l’adesione all’organizzazione per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco). Su quale fronte, ci si chiede, si consumerà la prossima rottura?


CORRIERE DELLA SERA: La domanda è sarcastica: «Come pensa di spostarci da qui? Con un pullman? Con i jet privati? O con una nave da crociera?». Sorride quando al telefono ci descrive la scena che s’immagina, come fosse una pubblicità: «Gruppo vacanze Gaza City, vi deportiamo in Giordania». Ma poi torna seria: «Non lasceremo la nostra terra per nessuna ragione al mondo. Che Donald Trump chieda agli occupanti di andarsene». Yara Abu Maddain ha 26 anni ed è un’interior designer nata nel Nord di Gaza. Questi quindici mesi di guerra li ha vissuti a Nuseirat, chiusa con altri venti in un appartamento con due stanze.

LA STAMPA: Tre anni sotto quota 1 per cento. Per il Pil italiano sarà un triennio difficile, e che potrebbe peggiorare ancora alla luce dei conflitti commerciali all’orizzonte. La lettura dello scenario congiunturale per l'Italia, secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), è modesta rispetto alle stime del governo. Nel 2024 la crescita si è attestata allo 0,7%, tre decimali sotto le previsioni contenute nel Piano strutturale di bilancio presentato dall'esecutivo in autunno. Non ci sarà un miglioramento nemmeno per il 2025, quando il Pil salirà dello 0,8%, e per il 2026, quando crescerà dello 0,9 per cento. Vale a dire, quattro e tre decimi in meno sulle previsioni del Psb. Il quadro si potrà complicare, tuttavia, nel caso di una intensificazione delle tensioni geopolitiche globali. Fra i dazi doganali annunciati dagli Usa e l'emergenza climatica, l'Upb rimarca quanto siano elevate le incognite che dovrà affrontare Roma.


IL SOLE 24 ORE: Oro e non solo. Se ad attirare la luce dei riflettori continua ad essere soprattutto il lingotto – che ieri ha bruciato per l’ennesima volta i record, a 2.882,16 dollari l’oncia sulla piazza londinese e oltre 2.900 $ a New York – anche l’argento ha riguadagnato il centro della scena, con spunti al rialzo che l’hanno spinto ai massimi da tre mesi (sopra 32,5 $/oncia) e una corsa a trasferire metallo negli Stati Uniti altrettanto impetuosa, ma al tempo stesso più rischiosa per la stabilità del mercato che è molto più piccolo e illiquido rispetto a quello aurifero. Anche i dazi di Trump costituiscono una minaccia più seria per l’argento, perché addirittura un quarto dell’offerta mineraria arriva dal Messico: 202,2 milioni di once (5.732,3 tonnellate) su un totale di 830,5 milioni nel 2023 secondo il Silver Institute.

LA REPUBBLICA: Tonfo di Tesla in Germania, dove nel gennaio scorso le vendite sono crollate del 59%: la casa automobilistica fondata da Elon Musk si è fermata a quota 1.277 auto, secondo l’Autorità federale per i trasporti. È il livello più basso dal luglio 2021 in quello che è considerato il più grande mercato europeo per i mezzi a emissioni zero, in un mese nel quale le vendite di veicoli elettrici hanno fatto un +54% da quelle parti, stando ai dati diffusi da Bloomberg. Per Tesla non è andata meglio neanche in Francia, dove ha registrato un altro crollo (-63%), e nel Regno Unito, dove la flessione è stata del 12%. L’avvio a rilento del 2025 può essere attribuito a vari fattori, in cima ai quali – sempre secondo gli analisti di Bloomberg – ci sarebbero le posizioni di Musk e le sue incursioni nelle vicende politiche del Vecchio continente.


LA STAMPA: In Giappone lo definivano "accordo del secolo", ma ora quell'intesa di portata storica pare destinata a non concretizzarsi mai. Nissan è sul punto di annullare il memorandum siglato a dicembre con Honda, rigettando l'epocale piano di fusione tra le due case automobilistiche nipponiche. Secondo Nikkei, il consiglio di amministrazione di Nissan ha stabilito che le condizioni poste da Honda sono «inaccettabili», coi due antichi rivali che non sono riusciti a raggiungere un consenso dopo settimane di tese trattative. Inizialmente, si mirava alla costituzione di una holding unica entro aprile 2026, con quotazione in Borsa a Tokyo nell'agosto successivo. Ma entrambe le aziende avrebbero mantenuto i rispettivi marchi e un certo grado di autonomia, in un rapporto sostanzialmente paritario, anche se Honda (la cui valutazione di mercato è di quasi cinque volte superiore) si riservava il diritto di nominare la maggioranza dei manager della nascente holding. Poi è cambiato qualcosa, con Honda che ha presentato una nuova proposta, che stavolta avrebbe reso Nissan una sua sussidiaria.

IL GIORNALE: Vivian van de Perre, la vice-responsabile della Missione Onu nella Repubblica democratica del Congo, lo racconta ai giornalisti con le lacrime agli occhi: «Nell’ala femminile del carcere di Goma centinaia di detenute sono state violentate e bruciate vive la scorsa settimana dal gruppo ribelle M23. È qualcosa che neppure si riesce a commentare». Il 27 gennaio i miliziani, sostenuti dal Ruanda, erano entrati a Goma prendendo il possesso di buona parte della provincia del Nord Kivu. A distanza di nove giorni, dopo una tregua umanitaria che nessuno ha rispettato, il gruppo M23 e le truppe ruandesi hanno lanciato una nuova offensiva nella parte orientale del Congo, conquistano la città mineraria di Nyabibwe, nel Sud Kivu.
Avvenire

“L’Iran è pronto alla visita del Papa”

Il Fatto Quotidiano

Il Fentanyl oppioide di “Big pharma”

Corriere della Sera

Odissea Palestina

La Repubblica

ONU E UE bocciano Trump

La Repubblica

Trump e l’ordine del caos

Il Sole 24 Ore

Prime tensioni a Wall Street sui grandi marchi Made in USA

THE NEW YORK TIMES (USA): Quando martedì il presidente Trump ha annunciato la sua proposta di prendersi la proprietà di Gaza, ha scioccato anche i membri più anziani della Casa Bianca e del governo. Mentre il suo annuncio sembrava formale e ponderato — ha letto il piano da un foglio di carta — la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea, secondo quattro persone con conoscenza delle discussioni, non autorizzate a parlare pubblicamente. Non erano sconvolti solo gli americani; l’annuncio è stato altrettanto sorprendente per i visitatori israeliani di Trump. Poco prima che uscissero per la loro conferenza stampa congiunta martedì, Trump ha sorpreso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dicendogli che aveva intenzione di annunciare l’idea di appropriarsi di Gaza, secondo due persone informate sulle loro interazioni. All’interno del governo degli Stati Uniti, non c’erano stati incontri con il dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente si dovrebbe fare per qualsiasi proposta seria di politica estera, per non parlare di una di tale portata. Non c’erano gruppi di lavoro. Il dipartimento della difesa non aveva fornito stime del numero di truppe richiesto, o stime dei costi, o anche un piano di come potrebbe funzionare.

KOMMERSAMT (RUSSIA): Gaza cambia proprietario. Donald Trump ha visto l’Enclave come una proprietà attraente. La striscia di Gaza sarà gestita dagli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha fatto una dichiarazione rivoluzionaria a seguito dei negoziati a Washington con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. il capo della Casa Bianca ha promesso di ricostruire completamente l’Enclave costiera e trasformarla in un popolare resort. La popolazione palestinese, secondo il suo progetto, dovrebbe essere trasferita con la forza in altri paesi. Il mondo arabo ha preso molto male questa idea. L’Arabia Saudita, in una dichiarazione insolitamente dura, ha rifiutato di stabilire le relazioni con Israele a meno che i palestinesi non ottengano il diritto al proprio Stato.

GULF TIMES (QATAR): La Casa Bianca mercoledì ha fatto passi indietro riguardo del piano shock del presidente Donald Trump per rimuovere i palestinesi da Gaza e acquisire il territorio devastato. Un giorno dopo che Trump ha detto che “gli Stati Uniti prenderanno il sopravvento” e “possederanno” Gaza e che i palestinesi “andranno in altri paesi”, l’amministrazione ha cercato di minimizzare le aspettative. La portavoce Karoline Leavitt ha detto che il leader repubblicano voleva che i palestinesi fossero solo “temporaneamente trasferiti” da Gaza invece di essere reinsediati permanentemente in stati a maggioranza araba come l’Egitto.

HURRYIET (TURCHIA): L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è sembrata fare marcia indietro mercoledì dopo che la sua proposta di prendere il controllo di Gaza ha suscitato clamore, con l’avvertimento delle Nazioni Unite contro la “pulizia etnica” del territorio palestinese. Di fronte a un’ondata di critiche da parte di palestinesi, governi arabi e leader mondiali, il segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, ha affermato che qualsiasi trasferimento di abitanti di Gaza sarebbe temporaneo, mentre la Casa Bianca ha affermato che non vi è alcun impegno a inviare truppe USA. Trump, tuttavia, ha insistito sul fatto che “tutti amano” il piano che ha annunciato in una conferenza stampa alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Offrendo pochi dettagli su come gli Stati Uniti potrebbero rimuovere più di due milioni di palestinesi o controllare il territorio martoriato dalla guerra, Trump ha dichiarato martedì: “Gli Stati Uniti si impadroniranno della Striscia di Gaza e faremo un lavoro anche lì. Lo possederemo”.

ARAB NEWS (ARABIA SAUDITA): Il re di Giordania Abdullah mercoledì ha accolto con favore la posizione ferma e solidale dell’Arabia Saudita sui diritti del popolo palestinese. Ha espresso il suo apprezzamento durante una conversazione telefonica con il principe ereditario del Regno Mohammed bin Salman, un giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito la rimozione di tutti i palestinesi da Gaza in modo che gli Stati Uniti possano prendere il controllo del territorio e ricostruirlo per altri usi.

THE JERUSALEM POST (ISRAELE): La soluzione proposta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump di spostare 2,3 milioni di abitanti di Gaza (anche se ha detto 1,8 milioni) in Egitto, Giordania e altri paesi è radicalmente improbabile quanto il suo desiderio di conquistare o annettere la Groenlandia. Non succederà. Quindi, la vera domanda dal punto di vista israeliano è: quale bene o male verrà da questa idea? Prima di saltare in questa idea, esaminiamo brevemente perché non accadrà. Non è che all'Egitto e alla Giordania non piaccia l'idea di accogliere in massa i palestinesi di Gaza e che siano contrari a causa di un impegno amorfo nei confronti di uno Stato palestinese che potrebbe esistere o meno per molto tempo. In altre parole, sono terrorizzati da Hamas e dai suoi cugini, i Fratelli Musulmani, e dall’idea che questi gruppi li uccideranno. Potrebbe avere maggiori possibilità di conquistare la Groenlandia, e dato che gli Stati Uniti non useranno davvero la forza militare lì: sta cercando certe concessioni piuttosto che conquistare effettivamente i ghiacciai nell’Artico o conquistare per gli Stati Uniti una terra desolata del deserto in Medio Oriente senza petrolio. Torniamo considerare se l'impatto sarà positivo o negativo, il che ci porta a capire quali sono le vere concessioni che vuole. Il vero gioco del Primo Ministro Benjamin Netanyahu è quello di ottenere la normalizzazione con i sauditi senza dover effettivamente acconsentire a uno Stato palestinese o senza dover acconsentire a tale Stato conqualcosa di più di più di vaghi termini futuri, come ha fatto quando Trump ha proposto tale Stato nel 2020. In altre parole, Netanyahu vuole che Trump convinca i sauditi ad escludere l'Autorità Palestinese dalla formula di Gaza.

LA LIBRE (BELGIO): L’annessione americana di Gaza è solo un’altra elucubrazione di Trump. Ma per Israele il messaggio è chiaro. L’idea “diversa” di Donald Trump – così qualificata da Benjamin Netanyahu – che gli Stati Uniti prendano il controllo della Striscia di Gaza è incoerente e scioccante in molti modi. Certamente, sembra soddisfare uno degli obiettivi dichiarati di Israele nella guerra contro Hamas: che questo territorio palestinese non costituisca mai più una minaccia esistenziale per lo Stato ebraico. Tuttavia, l’annessione forzata di un territorio, lontano per l’America, e il suo sfruttamento commerciale proposto come soluzione a uno dei più antichi conflitti esistenti, appaiono tanto inappropriati quanto amorali. Gli Stati Uniti di Trump seguirebbero la tradizione locale in questo, con Israele che si appropria di aree di territorio per decenni, sia siriane che promesse ai palestinesi. Agisce come la Russia di Putin in Ucraina, con la Crimea.

O GLOBO (BRASILE): Gli Stati Uniti e Panama stanno conducendo una guerra di informazione. Da un lato, la Casa Bianca ha annunciato mercoledì che, dopo le forti pressioni del presidente Donald Trump, le sue navi governative sarebbero state autorizzate a navigare gratuitamente attraverso il Canale di Panama. Tuttavia, la direzione del Canale si precipitò a negare tale accordo. In una dichiarazione, le autorità panamensi hanno negato di aver cambiato i tassi di transito delle navi del governo degli Stati Uniti: “L’Autorità del Canale di Panama, autorizzata a fissare pedaggi e altri diritti di transito attraverso il canale, comunica di non aver apportato alcun aggiustamento”, ha detto l’entità che gestisce la via navigabile interoceanica.

EL UNIVERSAL (MESSICO): Il dipartimento di Stato ha riferito che le navi del governo degli Stati Uniti possono transitare attraverso il Canale di Panama senza tariffe. Ha aggiunto che farà risparmiare al governo degli Stati Uniti milioni di dollari all’anno. Dopo le minacce espresse da Trump di “recuperare” il canale a causa della presunta presenza della Cina e lamentarsi dei pedaggi, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha iniziato il suo primo tour estero a Panama sabato scorso, che lo sta portando in altri paesi della regione. Rubio ha incontrato il presidente panamense, José Raúl Mulino, e le autorità del Canale di Panama. Dopo la sua visita ufficiale, Panama si è impegnato a non rinnovare l’accordo di cooperazione economica con la Cina sulla Nuova Via della Seta e a lavorare con la Marina statunitense per “ottimizzare la priorità nel transito delle sue navi” attraverso la rotta interoceanica.

THE CITIZEN (SUDAFRICA): Il segretario di Stato degli Stati Uniti Marco Rubio ha rifiutato di partecipare al vertice del G20 in Sudafrica quest’anno. Il vertice del G20 si terrà a Johannesburg il 22 novembre. Il Sudafrica ha assunto la presidenza del G20 nel dicembre dello scorso anno, subentrando al Brasile. Questo evento globale promette di attirare migliaia di delegati internazionali, ponendo Johannesburg sotto i riflettori internazionali. Tuttavia, in un post sui social media di mercoledì, Rubio ha scritto che “non ci sarà” per protestare contro il controverso disegno di legge del governo sudafricano sul sequestro delle terre. Il ministro delle relazioni internazionali e della cooperazione Ronald Lamola ha detto di aver preso nota del post di Rubio. “Siamo un paese sovrano e democratico impegnato per la dignità umana, l’uguaglianza e i diritti, sostenendo il non razzismo e il non sessismo e mettendo la nostra costituzione e lo Stato di diritto in prima linea”.

THE WASHINGTON POST (USA): Più di 40.000 persone hanno accettato l’offerta di dimissioni differite dell’amministrazione Trump, secondo una persona che ha familiarità con le cifre e che ha parlato a condizione di anonimato perché non era autorizzato a discuterne pubblicamente. Un giorno prima della scadenza dell’offerta, il totale è il doppio di quanto riportato per la prima volta da Axios all’inizio di questa settimana, ma ancora inferiore all’obiettivo pubblicizzato da Elon Musk, il miliardario che guida la visione del presidente Donald Trump per una forza lavoro più piccola e più fedele. Musk ha condiviso un post su X, la sua piattaforma di social media, che ha affermato che tra il 5% e il 10% dei dipendenti lo accetterebbe. Alla domanda sul totale, che è inferiore al 2% della forza lavoro civile di 2,3 milioni, un funzionario dell’Ufficio di gestione del personale ha affermato che il numero di dipendenti che hanno accettato l’offerta “sta crescendo”.

THE WALL STREET JOURNAL (USA): Google si sbarazza degli obiettivi di assunzione in base alla diversità: il gigante della ricerca sta eliminando gli obiettivi per assumere più dipendenti di minoranze e rivedere i programmi DEI, parte di una ritirata in tutta la Silicon Valley. La società ha dichiarato che continuerà ad aprire ed espandere uffici in città con forza lavoro diversa. Google sta eliminando il suo obiettivo di assumere più dipendenti da gruppi storicamente sottorappresentati e rivedere alcuni programmi di diversità, equità e inclusione, unendosi ad altri giganti della tecnologia che ripensano il loro approccio ai DEI. In una e-mail ai dipendenti Google ha detto che non avrebbe più fissato obiettivi di assunzione per migliorare la rappresentanza nella sua forza lavoro.

HINDUSTAN TIMES (INDIA): Sukhpal Singh da Darapur del Punjab ha fatto un viaggio in mare di 15 ore e una marcia di 45 km attraverso colline pericolose, solo per essere catturato in Messico prima di raggiungere gli Stati Uniti. Il sogno di una vita migliore in America si è conclusa per 104 migranti indiani dopo aver affrontato lunghi voli verso il Sud America, pericolosi tratti in barca, difficili spostamenti, dure detenzioni al confine tra Stati Uniti e Messico e, infine, un volo di deportazione verso l’India. “Quelli che sono rimasti feriti sono stati lasciati indietro. Abbiamo visto molti cadaveri”, ha detto. Il suo viaggio si è concluso quando è stato catturato in Messico, poco prima di approdare negli Stati Uniti. “Siamo stati chiusi in una cella buia per 14 giorni, senza mai vedere la luce del giorno. Ci sono molti altri punjabi, famiglie e bambini in situazioni simili”, ha aggiunto, consigliando agli altri di non intraprendere rotte illegali all’estero. Un aereo militare USA che trasportava 104 migranti indiani deportati è atterrato ad Amritsar mercoledì, il primo lotto sotto l'amministrazione Trump.

LE FIGARO (FRANCIA): Non censura del governo di François Bayrou: Emmanuel Macron guadagna tempo e una boccata di ossigeno. La decisione dei socialisti di non rovesciare il primo ministro consente di silenziare temporaneamente le richieste di dimissioni del presidente. È vero, Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou a Matignon in condizioni difficili a dicembre: la sua preferenza andava al ministro delle forze armate Sébastien Lecornu, ma il capo del MoDem gli ha forzato la mano. Tuttavia, il capo dello Stato ha capito rapidamente che non doveva condurre una guerra di trincea contro questo primo ministro che aveva una missione: far approvare il bilancio evitando la censura, una trappola su cui Michel Barnier è stato distrutto. “Deve riuscire”, martellavano al Palazzo dell’Eliseo non appena Bayrou si è insediato, rifiutando di soffermarsi sulle condizioni particolari della sua nomina. Perché nell’entourage presidenziale, abbiamo percepito fino a che punto la caduta di un primo ministro stava ancora una volta accendendo i riflettori sul presidente, messo sotto pressione dalle opposizioni. Dopo la censura di Michel Barnier, gli Insubordinati di Jean-Luc Mélenchon hanno così riunito le richieste di dimissioni del capo dello Stato.

ASIA TIMES (HONG KONG, CINA): Il ministro saudita dell’economia e della pianificazione Faisal Al-Ibrahim ha detto al World Economic Forum durante il vertice di Davos del mese scorso: “Siamo stati invitati ai BRICS, in modo simile a come siamo stati invitati a molte altre piattaforme multilaterali in passato. Valutiamo molti aspetti prima che venga presa una decisione e in questo momento siamo nel bel mezzo di questo”. L’Arabia Saudita ha buone ragioni per ritardare l’adesione formale ai BRICS. È stato conosciuto nel gennaio 2024 quando il paese ha rivelato per la prima volta di non aver ancora accettato l’invito ufficiale di adesione del gruppo, spiegando che “è dovuto alle percezioni occidentali su questa associazione, al coinvolgimento dell’Iran nella crisi del Mar Rosso e alla pressione israelo-americana”, che è anche vero. Per quanto riguarda il primo, l’Arabia Saudita si sentirebbe probabilmente a disagio con il suo nome e il suo marchio nazionale inclusi nella pletora di materiali promozionali guidati dall’agenda che erroneamente considerano i BRICS come un’alleanza anti-Occidentale. Il Regno era solidamente nel campo Occidentale, ma negli ultimi anni ha preso ispirazione dall'India allineandosi tra coloro che la Russia ora chiama la “Maggioranza mondiale”.

THE GUARDIAN (GB): Il partito del primo ministro indiano Narendra Modi sembra pronto a vincere le elezioni dello stato di Delhi, una vittoria che porrebbe fine a una pausa di 27 anni, secondo gli exit poll. Se le proiezioni si confermano, il Bharatiya Janata party (BJP) è destinato a porre fine al governo quasi decennale del partito riformista Aam Aadmi (AAP) nella regione della capitale nazionale e ottenere la maggioranza nell’assemblea di Delhi. Un composito “poll of polls” ha collocato il partito pro-indù BJP a 43 seggi, con AAP in ritardo a 26. Il Congresso laico, guidato da Rahul Gandhi, dovrebbe ottenere un solo seggio in uno stato che una volta era una sua roccaforte. Alcuni sondaggi individuali, tuttavia, suggerivano una competizione molto più stretta e l’AAP insisteva che gli exit poll erano sbagliati. Una sconfitta per l’AAP segnerebbe una battuta d’arresto massiccia per il partito anti-establishment e il suo leader, Arvind Kejriwal, un attivista la cui guida anti-corruzione lo ha aiutato a portarlo al potere nel 2015 a Delhi e che ha cercato di estendere la presenza del partito a livello nazionale.

NIKKEI (GIAPPONE): Nissan sospende le trattative per la fusione con Honda. Il piano per creare il terzo più grande gruppo automobilistico è a rischio per divergenze sui termini dell’accordo. Nissan Motor sospenderà i colloqui di fusione con Honda Motor poiché le due case automobilistiche giapponesi non sono state in grado di raggiungere un consenso sui termini dell’accordo, ha appreso Nikkei. Nissan ritirerà il memorandum of understanding relativo alla negoziazione sull’integrazione aziendale, che è stato firmato a dicembre.

THE JAKARTA POST (INDONESIA): Nonostante tutto il dramma sulla raffica di dichiarazioni e ordini esecutivi di Donald Trump dal suo ritorno alla Casa Bianca, c’è più continuità che rottura quando si tratta della strategia industriale del suo predecessore, Joe Biden. In effetti, c’è un ampio consenso sulla necessità di ricostruire le capacità industriali degli Stati Uniti per proteggere la sicurezza nazionale ed economica, un processo che è già iniziato nei semiconduttori, nei minerali critici, nella difesa e nell’energia. Gli investimenti del settore privato, forse la misura più importante del successo di queste politiche, sono stati significativi: circa $450 miliardi in semiconduttori e $95 miliardi nella produzione di energia pulita da quando l’amministrazione Biden ha approvato il Chips and Science Act e l’Inflation Reduction Act (IRA) nell’agosto 2022. Finora, il governo degli Stati Uniti ha sfruttato $5-7 di capitale privato per ogni dollaro che ha speso attraverso questa legislazione. Che si utilizzino carote (sussidi) o bastoni (tariffe) per sostenere questi investimenti, stanno avendo uno slancio. Le prime dichiarazioni di Trump sulla ricostruzione della produzione USA indicano l’uso di entrambi gli strumenti per stimolare gli investimenti. A dire il vero, i sussidi sono una strategia più mirata delle tariffe, anche perché i dazi all’importazione potrebbero frenare lo slancio aumentando i costi, in particolare per i beni intermedi. Resta da vedere quanto Trump si appoggerà alle tariffe. Ciò che è chiaro è che la politica industriale farà parte della sua agenda economica, come lo è stato per Biden.

THE TIMES (GB): Le più grandi aziende tecnologiche americane sono rimaste intrappolate nel fuoco incrociato sulle tariffe commerciali. L’Unione europea sta prendendo in considerazione contromisure contro le aziende della Silicon Valley nel caso il presidente Trump perseguirà la sua minaccia tariffaria contro il blocco, mentre il regolatore antitrust cinese sta conducendo un’indagine su Apple, le sue tasse e le pratiche dell’App Store. “È tutto un gioco di poker ad alta posta tra Trump e la Cina, e Apple è chiaramente un chip sul tavolo”, ha detto Dan Ives, analista di Wedbush Securities. Trump ha detto che “assolutamente” intende imporre tasse di importazione sulle merci dall’UE a causa della gestione da parte di Bruxelles delle società tecnologiche americane e del suo deficit commerciale. La Commissione europea è pronta a rispondere alle tariffe con il suo strumento anti-coercizione, soprannominato “bazooka” di Bruxelles, secondo il Financial Times. La misura, preparata durante la prima presidenza di Trump e entrata in vigore nel 2023, consente al blocco di limitare il commercio di servizi se le tariffe vengono utilizzate per forzare i cambiamenti politici.

ABC (SPAGNA): Offensiva contro Shein e Temu: Europa e Stati Uniti si proteggono con tariffe sui pacchi “online” della Cina. Bruxelles propone di eliminare l’esenzione tariffaria per merci del valore di 150 euro, al di sotto del quale i prodotti importati sono gratuiti. Negli Stati Uniti, tutti i prodotti provenienti da Cina e Hong Kong pagheranno le tasse anche se il loro prezzo non raggiunge $800 dollari. Temu, Shein e Aliexpress, sotto i riflettori: l’UE si sta armando per far fronte al diluvio di pacchi. Nello stesso giorno in cui Trump ha posto il veto, per alcune ore, alla ricezione di pacchetti internazionali da Cina e Hong Kong, fino a quando non saranno applicate le nuove tariffe già entrate in vigore, Temu e Shein sono costretti a confrontarsi anche con l’Unione Europea.

SOUTH CHINA MORNING POST (HONG KONG, CINA): La Banca centrale cinese (PBOC) ha fissato un tasso fisso più forte del previsto per lo yuan rispetto al dollaro USA mercoledì, segnalando che la Cina non prevede di compensare l’impatto delle tariffe americane consentendo alla sua valuta di indebolirsi. Molti analisti si aspettavano che la PBOC fissasse un tasso più basso per lo yuan quest’anno, poiché un indebolimento della valuta cinese avrebbe mitigato l’impatto delle tariffe USA sugli esportatori cinesi. Il governo degli Stati Uniti ha aumentato i dazi sulle importazioni cinesi del 10% martedì. “Il tasso di fixing di oggi è stato fissato più forte delle aspettative del mercato. Ciò invia un segnale che è improbabile che la Cina contrasterà l’impatto delle tariffe attraverso il deprezzamento dello yuan”, ha affermato Ding Shuang, capo economista per la Grande Cina presso Standard Chartered Bank.

NEZAVISIMAYA GAZETA (RUSSIA): “Azzerare” il petrolio iraniano può alleviare il peso sanzionatorio della Russia, la pressione su Teheran colpirà l’economia cinese. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di voler fermare le esportazioni iraniane di petrolio. Il motivo formale sono le affermazioni di Washington sul programma nucleare di Teheran. L’azzeramento delle esportazioni di petrolio iraniano colpirà principalmente la Cina in quanto suo principale acquirente, dicono gli esperti. Le azioni di Trump nel mercato petrolifero sembrano contraddittorie. Un tentativo di “azzerare” il settore petrolifero iraniano potrebbe portare a un forte squilibrio del mercato, aumentando i prezzi sopra i $ 90 al barile e, forse, a ridurre il rigore del rispetto delle sanzioni contro il petrolio russo.

THE HINDU (INDIA): Gennaio 2025 è stato il più caldo mai registrato nonostante l’effetto di raffreddamento di La Nina, afferma l’agenzia europea per il clima. Secondo il Copernicus Climate Change Service, in gennaio 2025 era registrata una temperatura media di 13,23 gradi Celsius, 0,09 gradi di più rispetto al precedente gennaio 2024 e 0,79 gradi sopra la media 1991-2020. Sebbene i segni di La Nina fossero visibili nel Pacifico centrale, le temperature oceaniche nel Pacifico orientale sono rimaste al di sopra della norma, suggerendo che lo spostamento verso La Nina potrebbe rallentare. Il pianeta ha vissuto il suo gennaio più caldo mai registrato il mese scorso nonostante lo sviluppo di La Nina, un modello climatico che di solito porta temperature globali più fredde, ha detto l’agenzia europea per il clima giovedì. La Terra che ha vissuto, nel 2024, il suo anno più caldo mai registrato, è stato anche il primo a vedere le temperature medie globali aumentare di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali.

RENMIN RIBAO (CINA): Due maialini clonati nati nella provincia di Hunan della Cina centrale dovrebbero promuovere l’industria suina cinese e la ricerca sul trattamento del diabete preservando una razza locale vecchia di 4.000 anni, una volta spinta sull’orlo del baratro da concorrenti stranieri. Secondo la stazione di allevamento del bestiame municipale di Xiangtan, i maialini Shaziling clonati, consegnati tramite madre surrogata il 24 gennaio nel distretto di Xiangtan, è una pietra miliare nello sforzo decennale della Cina per preservare le razze di bestiame autoctone utilizzando la biotecnologia. Una volta un punto fermo nel famoso hongshao rou (maiale brasato) di Hunan, i maiali Shaziling, una razza originaria di Xiangtan, sono quasi scomparsi mentre le razze straniere industriali dominavano nelle fattorie cinesi negli anni precedenti. È considerata una preziosa risorsa genetica ed è stata aggiunta alla lista nazionale di protezione delle risorse genetiche animali della Cina nel 2006.
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