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LA REPUBBLICA: Netanyahu getta su Gaza il dado che non aveva ancora tratto, spingendo Israele verso la «massiccia invasione» della Striscia. «Solo così sconfiggeremo Hamas e riavremo gli ostaggi», è la convinzione del premier, a cui, dopo 18 mesi di guerra devastante e inconcludente, sono rimasti in pochi a credere. Il nome biblico scelto per l’operazione è “Carri di Gedeone”, come il giudice israelita che sconfisse l’esercito dei Midianiti cinque volte più numeroso: impegnerà migliaia di soldati riservisti affatto contenti della decisione e comporterà lo sfollamento di milioni di palestinesi. È un ultimatum a Hamas, che scatterà se non verrà raggiunta l’intesa per la liberazione dei sequestrati entro una decina di giorni, cioè quando si chiuderà «la finestra di opportunità » del viaggio di Donald Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati che termina il 16 maggio. Si torna dunque al progetto di occupare quei 365 chilometri quadrati di martoriata terra palestinese, come vuole da sempre l’ultradestra messianica che sostiene il governo Netanyahu.

CORRIERE DELLA SERA: Alla domanda se approvi il piano di Israele per espandere le operazioni di terra a Gaza, Trump ha risposto ieri nello Studio Ovale: «Aiuteremo la gente di Gaza a ricevere del cibo. Hamas lo sta rendendo impossibile». Il capo del Pentagono Pete Hegseth arriverà in Israele il 12 maggio, incontrerà il suo omologo Israel Katz e il premier Netanyahu prima di unirsi a Trump che il 13 maggio arriva in Arabia Saudita per la prima visita di Stato all’estero. Il giorno dopo Trump dovrebbe partecipare a un summit con i leader del Consiglio di Cooperazione del Golfo invitati a Riad dal principe Mohammed bin Salman (Emirati, Qatar, Bahrein, Kuwait, Oman) e poi si recherà a Doha e Abu Dhabi. Mentre nel 2017 il primo viaggio ufficiale all’estero portò Trump in Arabia ma anche in Israele, nel suo secondo mandato al momento non è prevista una tappa da Netanyahu.

IL SOLE 24 ORE: L’Unione europea ha lanciato ieri una sfida storica agli Stati Uniti, affermando di voler diventare la nuova terra d’asilo per i ricercatori, i professori e gli scienziati alla ricerca di nuove opportunità professionali e in fuga dalle politiche reazionarie dell’amministrazione Trump. L’annuncio è giunto ieri da Parigi dove il governo francese ha organizzato un evento alla Sorbona (Choose Europe for Science), a cui hanno partecipato docenti e ministri provenienti da tutta Europa.
«Il ruolo della scienza è messo in discussione – ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -. Gli investimenti nella ricerca fondamentale, libera e aperta sono messi in discussione. Che enorme errore di calcolo (...) La scienza è la chiave del nostro futuro qui in Europa». Ha aggiunto il presidente francese Emmanuel Macron: «Facciamo appello ai ricercatori di tutto il mondo affinché si uniscano a noi (…) Se amate la libertà, venite ad aiutarci a rimanere liberi». Bruxelles ha precisato di voler investire 500 milioni di euro nel periodo 2025-2027. Il denaro proverrà dal programma Horizon Europe, attraverso margini esistenti e un riorientamento dei fondi (80 milioni nel 2025, 210 milioni nel 2026, e altri 210 milioni nel 2027).

LA STAMPA: «Quest'anno, per la prima volta, la Cina produrrà più vetture dell'Europa e degli Stati Uniti messi insieme. Il 2025 è un momento cruciale. L'Europa deve scegliere se vuole ancora essere una terra di industria automobilistica o un semplice mercato. Tra cinque anni, a questo ritmo di declino, sarà troppo tardi». Il presidente di Stellantis, John Elkann, e l'amministratore delegato di Renault, Luca de Meo, lanciano un accorato appello all'Europa in un'intervista al quotidiano francese Le Figaro. In gioco c'è il destino dell'industria automobilistica che «si decide quest'anno». Per questo l'Ue deve riunire allo stesso tavolo regolatori, industriali e scienziati per elaborare le future norme. Già in altre occasioni i due top manager dell'auto avevano lanciano allarmi e appelli alle istituzioni sottolineando la complessità del momento che sta vivendo il settore, ma è la prima volta che lo fanno insieme, evidenziando gli interessi che accomunano tutti i produttori. Una necessità, quella di agire uniti, messa in luce anche dalla scelta di Stellantis, lo scorso dicembre, di rientrare nell'Acea, l'associazione dei Costruttori europei di automobili, che fino a gennaio è stata guidata proprio da de Meo. «Il mercato automobilistico europeo è in calo ormai da cinque anni, è l'unico dei grandi mercati mondiali che non ha ritrovato il suo livello pre-Covid.

IL MESSAGGERO: Il presidente Trump torna a parlare di cinema. Lo fa proponendo dazi del 100% su tutti i film prodotti fuori dagli Stati Uniti per poi annunciare, a qualche ora di distanza, l'intenzione di incontrare i dirigenti di Hollywood perché «non voglio danneggiare l'industria cinematografica». Per ora non è chiaro quando le tariffe entreranno in vigore e in che modo saranno applicate a un'industria che da decenni produce pellicole attraverso collaborazioni internazionali e che dipende da set in tutto il mondo e non più solo dagli Studios hollywoodiani. Nelle stesse ore, inoltre, ha aperto un altro fronte: secondo il Wp è pronto un ordine esecutivo per incentivare la produzione domestica di farmaci, con l'istituzione di dazi anche in quel settore entro due settimane.
Avvenire

Tragica guerra contro i bambini

Il Fatto Quotidiano

L’UE dice ancora sì al riarmo e ferma ogni dibattito su Bibi

Corriere della Sera

Simion: “Sulla politica estera farò come Meloni”

Il Giornale

Buttiglione: “Vi racconto il mio amico Erdö”

La Stampa

Jean-Marc Aveline, l’arcivescovo di frontiera figlio del Mediterraneo

La Stampa

Tacere è impossibile

THE INDIAN EXPRESS: Il leader conservatore Friedrich Merz è pronto a prestare giuramento come nuovo cancelliere della Germania mentre il parlamento dovrebbe sostenere il governo di coalizione guidato da Merz nel voto di martedì, ponendo fine a sei mesi di stallo politico a Berlino. I legislatori dovrebbero confermare Merz come nuovo cancelliere del paese poiché il suo partito conservatore CDU/CSU, che ha vinto le elezioni a febbraio, è stato in grado di garantire un accordo di coalizione con i socialdemocratici di centro-sinistra. Mentre Merz è destinato a guidare la Germania, si ritrova, con la CDU/CSU sotto pressione per mostrare la leadership mentre Berlino è stata lasciata in un vuoto politico lo scorso novembre, quando la coalizione a tre del cancelliere del partito SPD Olaf Scholz è crollata mentre l’Europa ha affrontato diverse crisi.

LA VANGUARDIA (SPAGNA): Il cristiano democratico Friedrich Merz, cancelliere della Germania in arrivo, ha promesso di impegnarsi rapidamente per riformare la prima economia d’Europa, durante la firma questo lunedì a Berlino del patto di coalizione di governo tra il blocco conservatore CDU/CSU e il Partito socialdemocratico (SPD), che era in sospeso. “Avremo un governo determinato a portare avanti la Germania con riforme e investimenti. La voce di questo governo sarà ascoltata in Europa e nel mondo”, ha detto Merz. Questo martedì il Bundestag (camera bassa del Parlamento) terrà la sessione in cui, come previsto, Friedrich Merz sarà eletto cancelliere e, lui e il nuovo esecutivo, entreranno in carica. Uno degli assi principali è la riattivazione della crescita economica della Germania ora che la guerra commerciale globale scatenata dai dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump fa temere un terzo anno di stagnazione, come già il 2023 e il 2024. Merz ha difeso l’intenzione di “forgiare il futuro sulle fondamenta di una nazione industrializzata di successo, con tecnologia all’avanguardia e molte persone interessate”.

THE WALL STREET JOURNAL (USA): Il nuovo cancelliere tedesco può ripristinare il suo ruolo di leadership in Europa? Il cancelliere in arrivo mira a stringere rapporti con Trump, porre fine alla crisi dell’immigrazione e rilanciare l’economia. Quando il parlamento tedesco voterà per confermare Friedrich Merz cancelliere martedì, dovrà affrontare un compito tanto semplice da descrivere quanto difficile da portare a termine: ridare la leadership del suo paese all’Europa. Per questo, il conservatore 69enne dovrà raggiungere tre obiettivi centrali, alcuni dei quali potrebbero entrare in conflitto tra loro: riparare i rapporti con i vicini e stringere un rapporto con il presidente Trump; porre fine a una lenta crisi migratoria che ha avvelenato la politica europea e rilanciare un’economia che è diventata il freno alla crescita dell’Europa.

THE GUARDIAN (NIGERIA): Tutti i 133 cardinali cattolici che eleggeranno un nuovo papa sono arrivati a Roma, ha annunciato il Vaticano lunedì, due giorni prima che si riuniscano in conclave per eleggere il prossimo capo degli 1,4 miliardi di cattolici del mondo. Proveniente da 70 paesi nei cinque continenti, il gruppo — convocato dopo la morte di Papa Francesco il 21 aprile — è il più grande e il più internazionale di sempre. I 133 cardinali che voteranno — tutti sotto gli 80 anni, meno due assenti per motivi di salute — si riuniranno mercoledì pomeriggio sotto lo splendore affrescato della Cappella Sistina Vaticana. Hanno giurato di mantenere il segreto, rischiando la scomunica se rivelano cosa succede, così come lo sono il loro personale di supporto, dai medici agli operatori, alla mensa e al personale di pulizia, che hanno prestato giuramento lunedì.

LA TERCERA (CILE): Senza chiari favoriti, i cardinali intensificano gli incontri 48 ore prima dell’inizio del conclave. Le riunioni delle congregazioni generali del lunedì e del martedì si tengono in due giorni: ci saranno riunioni al mattino dalle 9.00 e al pomeriggio, dalle 17.00. Sono già a Roma 131 dei 133 cardinali elettori. I mutevoli umori del tempo a Roma, che si muove tra il sole e le nuvole minacciose che anticipano la pioggia per questa settimana, si stanno ripetendo in questi giorni anche tra i cardinali riuniti in Vaticano per eleggere il successore di Papa Francesco. Dopo più di una settimana di congregazioni generali, dove sono stati affrontati i problemi che riguardano la Chiesa Cattolica e si è tentato di definire l’identità del futuro pontefice, non ci sono ancora nomi chiari che incontrino i favori della maggioranza dei 133 cardinali che entreranno nella Cappella Sistina mercoledì prossimo.

LA LIBRE (BELGIO): Incerto il conclave che si apre mercoledì a Roma. Le liste dei favoriti si moltiplicano ovunque, alcuni nomi vengono regolarmente citati, ma nessun cardinale si presenta come sicuro di prendere il posto di Papa Francesco. Il conclave è chiuso? No, al contrario. È infatti necessario raccogliere i due terzi dei voti per essere eletto Papa. E poiché i cardinali elettori (cioè di età inferiore agli 80 anni) non sono mai stati così numerosi (133), l’elezione richiederà un ampio consenso. Inoltre, se la maggioranza dei cardinali sono stati “creati“ da Francesco e condividono la sua stessa sensibilità o lo stesso ”stile", non sono tutti d’accordo sul piano dottrinale. E se dovessimo aggiungere di più, notiamo che i “porporati” sanno poco l’uno dell’altro, venendo da continenti molto diversi rispetto al passato. Il prefetto apostolico di Ulan Bator Giorgio Marengo incontrerà, ad esempio, il belga Dominique Mathieu, Arcivescovo di Teheran-Isfahan.

LA NACION (ARGENTINA): Il conto alla rovescia è iniziato, mancano meno di 48 ore all’inizio del conclave che dovrà eleggere il successore di Francesco, ma la barca di Pietro è ancora in alto mare. Nel collegio cardinalizio più numeroso e internazionale della storia, con 133 cardinali provenienti da 70 paesi e l’80% nominati da Jorge Bergoglio, il dramma è che non si conoscono. E anche se i giornali italiani insistono sul fatto che il grande favorito, il candidato più noto, è Pietro Parolin - il 70enne segretario di stato di Papa Francesco, abile diplomatico considerato il candidato pacificatore, di ordine e unità dopo la rivoluzione del papa argentino - la fazione degli indecisi è più forte. E si parla di altri candidati, della secondo piano, pronti a comparire nelle votazioni successive al primo scrutinio, quello del pomeriggio del 7 maggio, dove inizieranno a vedersi le tendenze.

LE FIGARO (FRANCIA): Progressista, laica... Sant’Egidio, questa comunità vorrebbe influenzare il conclave. Molto vicino a Francesco durante il suo pontificato, questo movimento che difende l’accoglienza dei migranti e il dialogo interreligioso, annovera tra le sue fila un cardinale “papabile”, Matteo Zuppi. Questa è la storia di un gruppo di studenti cattolici italiani che, nel 1968, volevano “cambiare il mondo”. Fondata a Roma, il giorno dopo il Concilio Vaticano II, su tre pilastri “le 3P: preghiera, poveri e pace”, la comunità di Sant’Egidio riunisce oggi più di 60.000 laici in 74 paesi. In Vaticano, all’ombra di Papa Francesco, ha ottenuto sempre più spazio negli ultimi anni. Troppo, sussurrano persino alcuni, che accusano l’influente movimento progressista di cercare di pesare sull’elezione del suo successore. Il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, che ne proviene, è uno dei principali papabili.

DAWN (PAKISTAN): Una settimana dopo, l’incertezza continua, anche se ci sono osservazioni che le temperature sono un po’ calate. Ci sono state chiamate e consigli da alleati e amici, sia a Islamabad che a Nuova Delhi, che suggeriscono di parlare invece di lanciare minacce e battere sui tamburi di guerra. E non tutti i consigli possono essere ignorati, come gli asiatici del Sud sanno bene, specialmente dagli americani, che hanno una storia di pilotare gli asiatici del Sud. Non è tutto. Da parte pakistana, i funzionari governativi pubblicamente non fanno più un conto alla rovescia di quando si sospetta un attacco, mentre il ministro dell’informazione si vanta anche della vittoria della bayania (una parola che ha fatto una transizione graduale dalla fase PTI-PML-N a quella internazionale) nelle tensioni tra i due paesi vicini. Anche da parte indiana, alcuni eventi suggeriscono una de-escalation, o vengono interpretati come tali. La riunione del comitato di sicurezza del gabinetto si è conclusa con il primo ministro che ha autorizzato la libertà ai militari di decidere sulla risposta. Questo è stato seguito da un altro incontro che ha annunciato un sondaggio, che il BJP non voleva e il partito di opposizione, il Congresso aveva chiesto. Perché il governo avrebbe ceduto su una richiesta così importante dell’opposizione, in questo momento?

THE NEW YORK TIMES (USA): L’India ordina esercitazioni di protezione civile mentre si profila un potenziale scontro con il Pakistan. Il governo indiano ha ordinato di effettuare esercitazioni di protezione civile in gran parte del paese mercoledì mentre si prepara a un potenziale conflitto militare con il Pakistan, il suo vicino e rivale. L’India sta studiando di effettuare attacchi militari su quelli che chiama paradisi per i terroristi in Pakistan. Il Pakistan ha promesso di rispondere a qualsiasi azione militare da parte dell’India. Negli ultimi giorni, scambi di tiri di armi leggere sono scoppiati lungo il confine dei paesi, e l’attività a Nuova Delhi ha suggerito che un attacco indiano potrebbe essere imminente. Il primo ministro Narendra Modi ha incontrato ripetutamente i capi militari e i funzionari che hanno continuato a parlare in pubblico di azioni contro il Pakistan.

SOUTH CHINA MORNING POST (HONG KONG, CINA): Le tensioni tra India e Pakistan aumentano per via dei test missilistici vicino al Kashmir. L’esercito pakistano ha informato lunedì di aver condotto un test missilistico con una gittata di 120 km, il secondo lancio in due giorni mentre le tensioni con l’India sono salite alle stelle per il contestato Kashmir. Nuova Delhi ha accusato Islamabad di aver sostenuto un attacco mortale contro i turisti sul lato indiano del Kashmir il mese scorso, scatenando un nuovo confronto tra i vicini armati di armi nucleari.

THE TIMES OF INDIA: A seguito della sospensione del trattato sull’acqua dell’Indo, l’India ha avviato lo svuotamento e la dissalazione dei serbatoi sul fiume Chenab per migliorare lo stoccaggio dell’acqua per i mesi invernali. Questa azione fa parte di una strategia più ampia per regolare il flusso dei fiumi occidentali in Pakistan. L’India prevede inoltre di accelerare i progetti idroelettrici ed esplorare ulteriori misure per massimizzare l’utilizzo dell’acqua. La mossa fa parte della tabella di marcia dettagliata del paese, preparata dopo la sospensione del Trattato sull’acqua dell’Indo (IWT) a seguito dell’attacco terroristico di Pahalgam il mese scorso, per prevenire e regolare il flusso dei fiumi occidentali - Indo, Jhelum e Chenab - verso il paese vicino. Il lavaggio è un processo per eliminare i sedimenti dal serbatoio operandolo in un modo particolare utilizzando un flusso d’acqua elevato, mentre la dissalazione può essere eseguita attraverso il dragaggio per rimuovere i sedimenti depositati di grandi dimensioni.

HINDUSTAN TIMES (INDIA): Tra i timori di un’escalation militare per l’attacco terroristico di Pahalgam, un funzionario pakistano ha detto lunedì che l’India ha chiuso il flusso di acqua attraverso il fiume Chenab. A seguito dell’attacco terroristico in cui 26 persone – per lo più turisti – sono stati uccise dai terroristi vicino alla pittoresca città di Jammu e Kashmir, l’India ha sospeso il Trattato sulle acque dell’Indo che regola il flusso di acqua in Pakistan. Reagendo alla mossa, Islamabad ha detto che qualsiasi interruzione dell’acqua sarebbe considerata un atto di guerra. Muhammad Khalid Idrees Rana, portavoce dell’Autorità pakistana per il sistema fluviale dell’Indo, ha detto a Bloomberg che l’India ha ridotto di quasi il 90% il volume abituale che passa al Pakistan. Ha detto che Islamabad sarà costretta a tagliare le forniture idriche alle fattorie di un quinto se il flusso rimane ridotto. “È senza precedenti”, ha detto Rana, aggiungendo che l’India in genere tiene un po’ d’acqua ogni giorno per la produzione di elettricità, ma la rilascia ogni poche ore.

TEHERAN TIMES (IRAN): Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è arrivato a Islamabad lunedì, mentre cerca di mediare tra Pakistan e India, le cui relazioni sono costantemente peggiorate dal mese scorso. “Oggi, il nostro viaggio in Pakistan aveva tre obiettivi principali”, ha detto Araghchi ai giornalisti dopo l’incontro con il suo omologo pakistano, Muhammad Ishaq Dar. “In primo luogo, volevamo ottenere una chiara comprensione della situazione attuale nella regione, in particolare per quanto riguarda gli sviluppi in corso tra India e Pakistan”. L’alto diplomatico ha detto che sia il Pakistan che l’India sono “nazioni amiche” per l’Iran, e che era ansioso di ascoltare la prospettiva del Pakistan sulla situazione attuale prima di dirigersi in India.

ASHARQ AL-AWSAT (GB): Israele ha approvato lunedì piani per catturare l’intera Striscia di Gaza e rimanere nel territorio palestinese per un periodo non specificato, hanno detto due funzionari israeliani, una mossa che, se attuata, espanderebbe enormemente le operazioni di Israele lì e probabilmente attirerebbe una feroce opposizione internazionale. Il nuovo piano, che secondo i funzionari aveva lo scopo di aiutare Israele a raggiungere i suoi obiettivi di guerra di sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi detenuti a Gaza, chiede anche che centinaia di migliaia di palestinesi si trasferiscano nel sud di Gaza. Ciò equivarrebbe probabilmente al loro spostamento forzato e ad esacerbare una già terribile crisi umanitaria. Una terza persona, un funzionario della difesa, ha detto che il nuovo piano non sarà attuato fino a quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump finisca la sua prevista visita in Medio Oriente questo mese, consentendo la possibilità che Israele possa accettare un cessate il fuoco nel frattempo. Tutti e tre i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché stavano discutendo di piani militari.

THE WASHINGTON POST (USA): Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato di operazioni “intensificate” a Gaza, tra cui un massiccio trasferimento della popolazione palestinese e di un indefinito “controllo” militare israeliano di ampie aree dell’enclave, stabilendo una nuova direzione nella strategia e sollevando la questione se Israele stia avanzando verso la rioccupazione a lungo termine dell’enclave. Il piano, approvato all’unanimità in una riunione del gabinetto di sicurezza di Netanyahu domenica sera, richiederà la convocazione di decine di migliaia di riservisti nelle prossime settimane. I civili palestinesi che vivono nelle aree del nord e del sud di Gaza sarebbero sfollati e confinati in “zone sterili” protette da elementi delle Forze di difesa israeliane, mentre altre truppe continuerebbero gli sforzi per sradicare i combattenti di Hamas e distruggere i loro tunnel. Le zone, sotto una decisione separata del governo, includerebbero nuovi “hub”, costruiti da Israele e protetti da appaltatori della sicurezza degli Stati Uniti, da cui gli aiuti umanitari sarebbero distribuiti ai palestinesi — anche se solo quelli designati e controllati da Israele. Il governo di Netanyahu ha vietato a tutti gli aiuti umanitari di entrare a Gaza dall’inizio di marzo, portando a quelle che le Nazioni Unite hanno definito condizioni di quasi fame.

IZVESTIA (RUSSIA): La nomina di Hussein Al-Sheikh alla carica di vicepresidente della Palestina è un passo legittimo in risposta alle richieste internazionali, ha detto a Izvestia l’ambasciatore dell’Autonomia in Russia Abdel Hafiz Nofal. Al-Sheikh sarebbe il probabile successore del Presidente Abbas. Nel frattempo, la nomina ha suscitato una forte reazione da parte di Hamas, che ha accusato Ramallah di aver tentato di seguire un’agenda esterna. La carica di vicepresidente è la prima nella storia dell’Autorità Palestinese. La Russia ha espresso sostegno per la decisione della sua direzione. Nel frattempo, Israele ha adottato un piano per impossessarsi completamente i territori della striscia di Gaza, sfollare civili, colpire posti di comando e bloccare l’accesso dei militanti alle risorse umanitarie.

THE JERUSALEM POST (ISRAELE): Il consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha detto al ricevimento per il 77mo Giorno dell’Indipendenza di Israele presso l’Ambasciata israeliana a Washington DC martedì, “molto presto, ci aspettiamo di sentire molti annunci relativi all’espansione degli accordi di Abraham”. Le sue osservazioni arrivano pochi giorni prima della visita programmata di Trump in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar la prossima settimana. Nel suo discorso al ricevimento, Witkoff ha dichiarato: “L’Iran non avrà un’arma nucleare”. In una conversazione con i giornalisti durante l’evento, ha aggiunto che ci sono stati alcuni progressi nei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. “Spero che ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha detto Witkoff. “Il Presidente ha dichiarato il suo desiderio di risolvere diplomaticamente la questione, se possibile, e stiamo lavorando per un accordo. Sono in corso sforzi per coordinare un quarto round di colloqui”.

NEZAVISIMAYA GAZETA (RUSSIA): Iran e Stati Uniti hanno rinviato un round di negoziati sul nucleare. In questo contesto, il presidente Donald Trump continua a inviare segnali multidirezionali alle autorità iraniane sul fatto che Washington sia pronta a consentire loro di mantenere il programma di arricchimento. Secondo gli esperti, nel concordare un accordo nucleare ci sono somiglianze con i negoziati sull’accordo ucraino: gli Stati Uniti non hanno una comprensione dell’obiettivo finale e dei mezzi per raggiungere un accordo.

GLOBAL TIMES (CINA): L’Iran lunedì ha respinto le accuse dei funzionari USA e israeliani del suo coinvolgimento negli attacchi contro Israele da parte degli Houthi nello Yemen. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso domenica di vendicarsi contro le forze Houthi nello Yemen e il loro alleato, l’Iran, dopo che un missile lanciato dal gruppo ha colpito l’aeroporto internazionale di Israele. All’inizio della giornata, il gruppo ha rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico che ha colpito un vialetto che porta al terminal principale dell’aeroporto Ben Gurion, il principale aeroporto internazionale di Israele a Tel Aviv. Dopo l’attacco all’aeroporto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso domenica di vendicarsi contro le forze Houthi in Yemen e il loro alleato, l’Iran.

RENMIN RIBAO (CINA): Cinquant’anni fa, il 6 maggio 1975, la Cina e la Comunità economica europea, il precursore dell’odierna Unione europea (UE), stabilirono relazioni diplomatiche, segnando un momento cruciale nella diplomazia internazionale moderna. Nel corso dei decenni, i legami Cina-UE sono diventati un pilastro centrale del panorama globale, plasmando gli sviluppi in politica, sicurezza, commercio, investimenti, tecnologia e cooperazione ambientale. Mentre l’ordine internazionale affronta nuovi venti contrari - dalle tensioni geopolitiche alla frammentazione economica e alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali - le relazioni Cina-UE si distinguono come una forza di stabilizzazione cruciale.

AL-AHRAM (EGITTO): Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto lunedì che voleva lavorare con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per porre fine alla guerra in Ucraina, dopo che i due leader hanno parlato telefonicamente. Trump ha aggiunto sul suo Social network Truth che Erdogan lo aveva anche invitato a visitare la Turchia e che il leader turco lo avrebbe incontrato a Washington. Trump ha scritto: “Non vedo l’ora di lavorare con il presidente Erdogan per far finire la ridicola, ma mortale, guerra tra Russia e Ucraina. ORA!” La Turchia, membro della NATO, ha cercato di mantenere buone relazioni con entrambi i suoi vicini del Mar Nero dall’invasione russa e ha ospitato due volte colloqui volti a porre fine alla guerra.

THE GUARDIAN (GB): Ottant’anni dopo la seconda guerra mondiale, i sondaggi mostrano che molti americani ed europei occidentali credono che un terzo conflitto globale ancora più devastante potrebbe scoppiare entro un decennio, con le tensioni con la Russia viste come la causa più probabile. Mentre l’Europa si prepara a celebrare l’80mo anniversario del V-Day, i sondaggi di YouGov hanno anche mostrato che grandi maggioranze ritenevano che gli eventi durante e prima della Seconda guerra mondiale fossero rilevanti oggi e dovevano continuare ad essere insegnati alle giovani generazioni. Tra il 41% e il 55% degli intervistati nei cinque paesi europei intervistati: Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Spagna, ha dichiarato di pensare che un’altra guerra mondiale sarebbe molto o abbastanza probabile entro i prossimi cinque o 10 anni, una visione condivisa dal 45% degli americani.

THE JAKARTA POST (INDONESIA):) Le ampie vittorie per la rielezione del primo ministro di Singapore Lawrence Wong e del primo ministro australiano Anthony Albanese nelle rispettive consultazioni parlamentari di sabato dovrebbero dare un sollievo significativo al presidente indonesiano Prabowo Subianto. Può continuare a collaborare con i due leader che conosce di persona di fronte al peggioramento delle incertezze globali. Anche i governi dei paesi vicini, come quelli dell’ASEAN, dell’Australia e dell’Asia orientale, hanno avuto rassicurazioni simili quando il presidente Prabowo ha sostituito Joko “Jokowi” Widodo lo scorso ottobre. Prabowo ha ripetutamente assicurato che il suo governo continuerà le politiche di Jokowi, comprese quelle relative agli affari esteri.

THE CITIZEN (SUDAFRICA): Il Sudafrica ospiterà un “G20 di successo” che gli Stati Uniti vi partecipino o meno. Il vice presidente Paul Mashatile ha detto che il Sudafrica ospiterà una riunione “di successo del G20”, indipendentemente dal fatto che gli Stati Uniti decidano di partecipare o no. Il vertice del G20 si terrà a Johannesburg il 22 novembre. Il Sudafrica ha assunto la presidenza del G20 nel dicembre dello scorso anno, subentrando al Brasile.

ASIA TIMES (HONG KONG, CINA): La Marina degli Stati Uniti ha sparato un colpo importante nella corsa al dominio ipersonico via mare, con l'obiettivo di trasformare un cacciatorpediniere stealth, da tempo in difficoltà, nella più veloce piattaforma d'attacco navale di domani. Questo mese, la US Navy ha condotto con successo un test di volo end-to-end di un missile ipersonico convenzionale, segnando un passo fondamentale verso la sua prima capacità ipersonica basata sul mare. Il sistema ipersonico, che offre alta velocità, raggio d'azione e capacità di sopravvivenza, migliora le capacità di deterrenza e di attacco degli Stati Uniti in un contesto di crescente competizione strategica. I risultati del test serviranno a perfezionare il missile comune All Up Round (AUR), rafforzando la capacità di contrastare le minacce avversarie di alto livello.

LE TEMPS (SVIZZERA): Il Pentagono vuole ridurre del 20% il numero dei generali americani a quattro stelle. Secondo una nota, il ministro della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto una riduzione del 20% anche del numero di ufficiali di alto rango della Guardia Nazionale o del 10% di altro personale all’interno dell’esercito. Queste misure devono consentire di mantenere la posizione “della forza di combattimento più formidabile del mondo”. Da quando è entrato in carica, il governo di Donald Trump ha affermato di voler allineare le forze armate con le priorità politiche del presidente, licenziando alti ufficiali e migliaia di lavoratori civili. Il ministro della Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha ordinato una riduzione di almeno il 20% del numero di generali e ammiragli a quattro stelle in servizio, secondo una nota.

NIKKEI (GIAPPONE): Ford avverte della vulnerabilità del settore alle restrizioni cinesi sulle terre rare. Ford Motor ha avvertito di potenziali interruzioni causate dalle ultime restrizioni della Cina sulle esportazioni di minerali delle terre rare, mentre la guerra commerciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con l’economia numero 2 del mondo diffonde incertezze in tutti i settori. Kumar Galhotra, chief Operating officer di Ford, ha detto agli analisti martedì mattina che i limiti imposti da Pechino il 4 aprile potrebbero avere un impatto profondo sul settore automobilistico nel suo complesso.

THE STRAITS TIMES (SINGAPORE): L’India sta facendo ogni sforzo per portare avanti l’ambizioso piano per migliorare i trasporti e la connettività economica con il Medio Oriente e l’Europa, anche se la guerra a Gaza sembra aver gettato un’ombra sul progetto. Il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) ha ricevuto la benedizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sebbene sia stato lanciato durante la presidenza del suo predecessore Joe Biden più di un anno fa a margine della riunione del Gruppo dei 20 leader a Nuova Delhi e un mese prima dell’inizio della guerra di Gaza. Questo progetto geo-economico multi-nazione è visto come importante per le ambizioni di leadership globale del Sud dell’India e ampiamente visto come un parallelo alla Belt and Road Initiative cinese.

THE WASHINGTON TIMES (USA): Il presidente Trump dice che non farà cadere le tariffe che ha imposto alla Cina per far ripartire i negoziati commerciali. Il Ministero del commercio cinese ha detto alla fine della scorsa settimana che se l’amministrazione Trump è seria sui colloqui commerciali, dovrebbe annullare la tariffa del 145% contro le importazioni cinesi. Trump ha detto che la Cina è stata “uccisa” dai dazi e ha suggerito che Pechino sarebbe stata costretta a negoziare un accordo commerciale più favorevole agli Stati Uniti.

THE ASAHI SHIMBUN (GIAPPONE): Il Giappone ha intrapreso una missione per creare un sistema di batterie in grado di generare continuamente elettricità per un secolo nelle condizioni estreme dello spazio. Si prevede che le batterie a lunga durata e prive di manutenzione avranno un ruolo cruciale non solo nei progetti lunari, ma anche per l’esplorazione dello spazio profondo oltre Giove, dove la luce solare è più debole. “Crediamo che il nostro progetto sia fattibile anche se ora sta affrontando una serie di sfide”, ha affermato Masahide Takano, ricercatore senior di JAEA. “Lanceremo una fonte di energia compatta a un livello pratico che non richiederà alcuna manutenzione per oltre 100 anni”. La fonte di energia si baserà su meccanismi diversi da quelli delle celle solari o di altre batterie utilizzate in condizioni normali sulla Terra.

EL UNIVERSAL (MESSICO): La pressione alta è un fattore di rischio che potrebbe portare a infarti, ictus e insufficienza cardiaca. Oltre ai controlli regolari, c’è un frutto che, grazie al potassio che contiene, consente di avere livelli adeguati. Inoltre, tutti lo hanno spesso a casa. Secondo la Spanish Heart Foundation, un’organizzazione promossa dalla Società spagnola di Cardiologia, le banane agiscono come un regolatore naturale della pressione sanguigna grazie alla loro composizione nutrizionale, in particolare la loro concentrazione di potassio. Contrasta gli effetti del sodio, riducendo la tensione sulle pareti arteriose.

INDEPENDENT (GB): Un tesoro di oggetti metallici rinvenuti vicino a una collina vulcanica in Ungheria ha contribuito a svelare i misteri di un’antica popolazione europea che visse 3.400 anni fa. Gli scavi nella collina vulcanica Somló dell’Ungheria occidentale hanno portato alla scoperta di centinaia di manufatti, tra cui gioielli, armi e decorazioni risalenti alla tarda età del bronzo, dal 1450 a.C. all’800 a.C., e alla prima età del ferro, dall’800 a.C. al 450 a. C. Gli scavi hanno anche portato alla luce altri materiali antichi, tra cui resti di cuoio e perle di ambra, così come zanne di cinghiali e maiali domestici. Alcuni dei più antichi di questi manufatti risalgono tra il 1400 a.C. e il 1300 a.C., secondo uno studio pubblicato sulla rivista Antiquity.
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