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CORRIERE DELLA SERA: Con una «decisione unanime» il Consiglio della Bce guidato dalla presidente Christine Lagarde ha deciso ieri di tagliare di 25 punti base il costo del denaro in Europa, portando il tasso di riferimento, quello sui depositi bancari, dal 2,5% al 2,25%. Si tratta del settimo taglio consecutivo da giugno del 2024. Nel dettaglio i tassi di interesse sui depositi presso la Banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno dunque ridotti rispettivamente al 2,25%, al 2,40% e al 2,65%, con effetto dal 23 aprile 2025. Per quanto riguarda gli altri aspetti critici della politica monetaria della Bce i portafogli del PAA (Programma di acquisto di attività) e del PEPP (Pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. In conferenza stampa a Francoforte la presidente della Bce Lagarde ha sottolineato che le «prospettive economiche» nell’eurozona sono «oscurate da un’eccezionale incertezza».

IL SOLE 24 ORE: Donald Trump si scaglia contro Jerome Powell, colpevole di sfidare la saggezza delle guerre commerciali e di non aiutare America First a colpi di tagli dei tassi d’interesse.
Il presidente ha sollevato lo spettro d’una rimozione del chairman della Federal Reserve, mettendo nuovamente in forse l’indipendenza cara alla Banca centrale: «L’uscita di Powell non può arrivare abbastanza in fretta!» ha tuonato da Truth Social. «È sempre troppo in ritardo e sbaglia». Ancora: «Avrebbe dovuto da tempo abbassare i tassi di interesse, come la Bce, e di sicuro dovrebbe abbassarli ora». Dallo Studio Ovale, ha poi incalzato: «Se voglio mandarlo via, credetemi, se ne andrà molto velocemente». E il Wall Street Journal ha rivelato che da mesi Trump sta discutendo dietro le quinte della sua residenza di Mar-a-Lago l’ipotesi di cacciare Powell e sostituirlo con l’ex alto funzionario Fed Kevin Warsh, che però gli avrebbe sconsigliato il colpo di mano.

LA REPUBBLICA: Quel che resta della globalizzazione è un volo aereo sopra l’Oceano Pacifico. A bordo Jensen Huang, fondatore e capo di Nvidia, l’azienda che realizza i super chip decisivi nella corsa all’Intelligenza artificiale. Poche ore dopo lo stop della Casa Bianca alla vendita dei suoi gioielli in Cina, Huang decolla dagli Stati Uniti verso Pechino. Sono i due Paesi rivali in mezzo a cui finora ha tenuto Nvidia in equilibrio, rendendola la società più ricca al mondo, 3.500 miliardi di dollari. Ma ora stanno divorziando e ogni equilibrismo pare impossibile. Atterrato in Cina – per una volta in abito, senza giacca in pelle da rockstar – Huang prova a salvare il salvabile, incontra il vicepremier He Lifeng e poi i clienti, i big dell’IA come Alibaba, Tencent, DeepSeek. Dice che Nvidia «spera» - già, spera - «di continuare a cooperare» e che la Cina «è un mercato molto importante». Più o meno vale il 10% delle vendite di Nvidia. Ma la stretta di Trump è un colpo che va oltre i 5,5 miliardi di dollari di danno già a bilancio, il 10% perso in Borsa in due sedute o i mille miliardi di capitalizzazione bruciati da inizio anno. È un colpo all’idea che un’industria strategica come i microchip, la prima a globalizzarsi, possa in qualche modo restare neutrali mentre la sfida tra le superpotenze frattura tutto.


AVVENIRE: Ci sarà riparazione per il “doppio debito” palesemente ingiusto inflitto 200 anni fa dalla Francia ad Haiti? Ieri, come Avvenire aveva anticipato domenica scorsa, la questione che avvelena le relazioni bilaterali è tornata sulla ribalta, in occasione proprio del bicentenario del decreto regio firmato dall’ultimo monarca francese del ramo borbonico, Carlo X, all’epoca della Restaurazione post-napoleonica. Si tratta del documento — mostrato in giornata al pubblico, presso gli Archivi nazionali a nord di Parigi — con cui il regime monarchico impose ad Haiti uno schiacciante debito, sotto la minaccia di un blocco navale contro il piccolo Stato caraibico divenuto la prima “Repubblica nera” della storia, con largo anticipo rispetto alle altre.
Il cosiddetto “doppio debito” rappresenta una «forma d’ingiustizia iniziale» verso Haiti, ha ammesso ieri il presidente Emmanuel Macron, durante una giornata in cui le diplomazie haitiana e francese hanno cercato a Parigi di volgere pragmaticamente lo sguardo pure verso il futuro. E questo, riconsiderando proprio il peso di quell’ingiustizia flagrante vista da molti, non solo ad Haiti, come una palla al piede capace d’inchiodare tante prospettive di sviluppo. Fino a un presente segnato da violenza estrema, disordini a raffica e crisi umanitarie spaventose, nel piccolo Stato rimasto il più povero delle Americhe e d’Occidente.

DOMANI: Le osservazioni del telescopio spaziale Webb, dell’università di Cambridge, su un pianeta chiamato K2-18 b sembrano rivelare le impronte chimiche di due composti che, sulla Terra, sono noti solo come prodotti dalla vita. Si tratta della prova più concreta e più convincente finora del fatto che la vita extraterrestre potrebbe prosperare oltre il nostro sistema solare.
Il Giornale

Chapeau

Il Fatto Quotidiano

L’auto-liberazione

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Italia - Germania, alleanza strategica per il rilancio

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L’Italia e la “Via dell’oro” che rivoluziona i commerci

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Bambini nella guerra

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“Fatima uccisa di proposito, Europa ipocrita”

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